Tag: segale

Un mazzolin di fiori di zucca

Un mazzolin di fiori di zucca

Non serve andare in montagna per raccogliere quel mazzolin da mettere al centro della tavola. Anzi. Si può fare meno strada, e portare a casa qualcosa che non solo possa adornare la tovaglia, ma possa colorare anche i piatti di sapore. Ecco, dunque, l’esito di 

Dall’orto alla cocotte

Dall’orto alla cocotte

Dalla terra bruna, alla casseruola variopinta. Dalla Terra di Siena Bruciata, al rosso Vermiglione. C’è il contadino da una parte, e l’artista dall’altra. Si passa dal giardino alla cucina: il tempo di attraversare una porta. Anzi due, senza contare il cancelletto. E la mamma dov’è? 

Un primo tentativo di bruschetta

Un primo tentativo di bruschetta

Passati i mesi invernali, quasi ci si è dimenticati di cosa sia una bruschetta. Di pomodori, non se ne sono visti molti, salvo quegli esemplari insapori, che di “pomi d’oro” hanno forse solo l’etichetta. Per non parlare, poi, degli aromi: ci si stupisce alla vista di una foglia di basilico, o di un timido rametto di timo. 

Malgrado il tempo per gli aperitivi prolungati fin dopo la cena sia ancora di là da venire, si può già riprendere la mano. 

Il pane, quello non manca mai. Cresce in dispensa in ogni stagione: è la certezza da cui partire. Segale, indubbiamente. La fedele compagna brunita deve accompagnare anche questo primo tentativo di bruschetta “quasi” primaverile. Farà da base, da fertile zolla di terra, su cui seminare un semplice condimento; il meglio che gli ultimi freddi di marzo possono offrire.

Il rosso squillante delle fette di pomodoro è ancora un sogno lontano. Piuttosto, ci si accontenta di quelle prime pennellate di un arancio verdastro, vagamente arrossato, che modellano le forme dei pomodorini Camone. Roba di Trinacria, siciliana. Laggiù, almeno, deve già fare abbastanza caldo da meritarsi qualche primo frutto di primavera. Qui ci si accontenta dei privilegi dell’importazione.

Aglio, poi; una bella testa bianca, saporita. Niente di particolare, ma che sa ben fare il suo mestiere di accompagnamento. L’ultima chicca, in attesa del giro d’extravergine, la fanno loro: le erbe aromatiche. Nuove venute nei vasetti del davanzale, rimasti vuoti per tutti questi mesi. Cominciare con il basilico sarebbe troppo scontato; per non dire azzardato. Meglio il timo, e il compagno rosmarino: foglioline timide, sottili, che ben rappresentano questa natura in lento risveglio. Al primo tocco, l’aroma si libera: hanno voglia di diffondere il loro profumo in tutta la casa. 

Il pane è tostato, pronto ad accogliere gli ingredienti. I pomodori sono spaccati a metà, l’aglio è stato strofinato. Quel giro d’olio citato, una macinata di sale, e una pioggia di petali verdi or ora staccati…

Scorza mediterranea e spicchi di segale

Scorza mediterranea e spicchi di segale

Prendete un agrume. A voi la scelta del frutto di partenza. Arance dello Zar, arance Vaniglia, bergamotti, cedri, o limoni. Le scorze variopinte fanno girotondo, in equilibrio precario sul bordo della ciotola.  Svetta il giallo del cedro, modellato in quella sua forma allungata, iconica e 

Riposo invernale dai campi

Riposo invernale dai campi

Pomeriggio, forse sera, sui campi di Chiaravalle.  La segale dorme profondamente, accucciata nella sua zolla di terra tiepida. È ancora presto per rivedere il sole: gennaio ricopre la strada con il suo silenzio invernale. Una macchina passa, interrompendo la quiete; poi tutto si ricompone, e 

Cereali Antichi

Cereali Antichi

Il nome evoca storie lontane, sapori che risalgono fino alla Notte dei Tempi. 

Merito di quel Triticum monococcum che ha dato origine alla coltivazione del grano. Il farro dimenticato di oggi, è la prima spiga addomesticata di ieri.

Dodicimila anni dopo, torna quell’aroma complesso, intenso, avvolgente come l’aria piena della Mezzaluna Fertile, che per prima gli fece da casa. Questa volta, però, è una zolla lombarda ad accoglierlo nel suo ventre materno. 

Chiaravalle. Chiaravalle, con i suoi campi di farro monococco.

Chiaravalle. Chiaravalle, con i suoi campi di segale.

Si torna ancora indietro nel tempo, spostandosi sulla mappa, fino all’Asia Minore. Chicco tenace, farina bruna: ne sanno qualcosa gli abitanti del Nord, e la gente montana. Quando la vita dei campi è dura, la pagnotta color del cacao, nella sua compattezza, fa da solido conforto. Colpisce il palato con la sua nota diretta, richiamando le difficoltà superate.

Farro, segale, e grano tenero a legare l’impasto. Necessario, per smorzare due storie antiche e importanti; storie napoleoniche, almeno quanto il loro sapore.