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Dall’orto alla cocotte

Dalla terra bruna, alla casseruola variopinta. Dalla Terra di Siena Bruciata, al rosso Vermiglione. C’è il contadino da una parte, e l’artista dall’altra. Si passa dal giardino alla cucina: il tempo di attraversare una porta. Anzi due, senza contare il cancelletto. E la mamma dov’è?

… probabilmente ai fornelli, intenta a scegliere la ricetta più adatta. L’aria di primavera è ormai nel pieno del suo vigore: Zefiro, vento tiepido e rinvigorente, sgambetta allegro tra le giornate di aprile. Viene proprio voglia di portare dentro casa un po’ di quella natura rinata. Natura che tinteggia ogni orto, giardino, o vialetto che sia.

Qui cos’abbiamo oggi? Carote, cipollotti, e chissà che altro. Arancio delicato, violetto acceso. Gusto dolce, aroma piccante. Stanno proprio bene insieme. Anche la mamma approva. Si passi, dunque, alla pentola. Pardoncocotte. Con tanto di accento alla Parisienne. Non è una cocotte che si vede tutti i giorni in giro: è degna di accogliere le primizie dell’orto. 

Un tuffo nel lavello, e poi sul tagliere. Rapidi tocchi segmentano le radici colorate, liberando già nell’aria i loro sapori. Con i ciuffi… che ci facciamo? Qualcosa verrà in mente; anche solo per dare un tocco verde di colore. Non si butta mai via nulla in questa casa…

Pochi sfrigolii sul fuoco, e si porta in tavola. I signori ortaggi di primavera non amano rosolarsi troppo a lungo. Beata gioventù vegetale… attende solo di adagiarsi nel piatto. Purché si accompagni il tutto con una bella fetta di pane. Un po’ di Tumminia, grazie. Sono ortaggi altezzosi: solo il meglio dei grani siciliani si può sposare con i loro pigmenti di sapore.

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