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Riposo invernale dai campi

Pomeriggio, forse sera, sui campi di Chiaravalle. 

La segale dorme profondamente, accucciata nella sua zolla di terra tiepida. È ancora presto per rivedere il sole: gennaio ricopre la strada con il suo silenzio invernale. Una macchina passa, interrompendo la quiete; poi tutto si ricompone, e il contadino apre la sua cesta.

Una fetta bruna, del color della terra silente. Un’altra fetta, e una compagna di più. Dopo il lavoro, viene il riposo. Dopo il giorno, viene la sera; sera che si rispecchia in quella tinta che pare cacao. 

Se fosse cacao, saprebbe di effluvi tropicali, di spezie e culture lontane. Invece, ogni boccone richiama la terra madre, terra di Chiaravalle, che dimora sotto i piedi stanchi. 

Uno spicchio d’aglio, una strofinata appena. È sufficiente. L’aroma intenso, profumato di ricordi, si combina con il fondo amaro del cereale. Sfrigolava, un tempo, sul fuoco vivo, dominato dalla mamma. Oggi è lì, immobile, a dormire… come la segale nel campo. 

Eppure, di entrambi, il palato non cessa di coglierne il sapore.

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