Qualsiasi artista in cerca di cultura e ispirazione in territorio perugino ha un posto ben noto in cui fermare i suoi passi. La Galleria Nazionale dell’Umbria. Tempio di pittura e arte italiana, con uno spiccato accento locale. Colpa (o merito) di quei capolavori che portano …
Salve a tutti! Sono Artemisio il Bassotto… un bassotto “d’arte”, per la precisione. Come capirete presto, non sono affatto un animale domestico qualsiasi: sono il fedele compagno della Risolartista. È proprio lei, infatti, la mia adorata padroncina. Siamo insieme ormai da tempo immemore; non mi …
Spaghetti, rigatoni, fusilli e farfalle: sono questi gli ingredienti base per ripartire. Almeno, così la pensa Guido Barilla, presidente dell’omonima azienda, mentre si appresta a buttare la pasta in una pentola che ribolle di investimenti.
Davanti alle difficoltà prospettate dalla pandemia, non ci si perde d’animo a casa Barilla, ma si cucina una pastasciutta per il futuro condita come si deve. A 1 miliardo ammonta la scommessa nel domani della produzione in Italia, con il progetto di un nuovo stabilimento acquisito nel triestino; 400 i milioni destinati all’estero. Perché, infatti, gli spaghetti si apprezzano nel Bel Paese, quanto oltreoceano; e i dati lo confermano. Se, negli anni Novanta, il mercato interno portava in tavola il 93% dei prodotti, oggi l’estero vale la metà del fatturato. Dunque, si punta a consolidare la presenza negli USA, come in Russia; guardando già ancora più lontano, verso i paesi del Sol Levante. L’Oriente affascina e attira ogni imprenditore; qui si ha un piccolo dettaglio da risolvere, prima di procedere: la pasta piace ai palati dagli occhi a mandorla, ma ancora rimane un mistero il come cucinarla…
Tornando a lidi più vicini, la ricetta della pastasciutta di investimenti prevede anche una generosa cucchiaiata di innovazione e tecnologia, rivolta all’ambiente (si punta al 100% di riciclaggio delle confezioni) e al marketing. La “Barilla International”, prossima a ad aprire la sua cucina manageriale a Londra, risponderà a quest’ultimo obiettivo.
Giungiamo alle perplessità, prima di concludere con l’ingrediente segreto del piatto. La crisi porterà senza dubbio una riduzione degli introiti: passato il “panicky buying” della scorsa primavera, gli effetti negativi sui redditi cominciano a farsi sentire anche al supermercato. Plausibile un calo del fatturato, sebbene i fusilli continuino a rimanere tra i contenuti prediletti nel piatto del consumatore medio italiano. Eppure, Barilla continua a scommettere in questo consumatore medio, buttando la fetta maggiore di investimenti proprio nella casseruola Italia.
Merito di ciò che sta nel cuore di ogni spaghetto, o rigatone che sia. Merito del marchio indelebile di orgoglio del Bel Paese che parla dialetto parmigiano. Tutto è partito da Parma, un secolo e mezzo fa, e tutto deve continuare a passare da lì. Non per la produzione fisica (la “geographical expansion” suona bene, quanto è necessaria), ma per la filosofia che c’è dietro. Filosofia del grano italiano, che oggi costituisce la materia prima anche del 65% delle esportazioni; filosofia dell’innovazione, della digitalizzazione al passo con i tempi. Smart-working per gli impiegati d’ufficio già applicato dal 2014 (il lockdown è stato gestito senza difficoltà), e parità salariale di genere entro l’anno: due conferme tangibili di un costante impegno verso il migliorarsi, imparando da chi ha di che insegnare. Con questo spirito, aperto a reinventarsi, senza considerare la propria ricetta ineccepibile in ogni passaggio, Guido Barilla è finalmente pronto a buttarla, questa pasta. Non resta che vedere se verrà davvero scolata perfettamente al dente…
Come esistono le quotazioni di mercato dell’oro giallo, così funziona anche per l’oro rosso. E, per oro rosso, qui, si parla di pomodoro; meglio ancora, di salsa di pomodoro. Visto che il metallo citato è costantemente oggetto di oscillazioni di prezzo, si potrebbe parlare di …