E la sua marmellata di pere
Buongiorno a tutti! Prego, accomodatevi, mentre aspetto che il latte si scaldi, ne approfitto per la mia presentazione.
Sono il Gatto Grifolatte… come ben si intende dal nome, di latte me ne intendo eccome!
Tuttavia, mi è stato chiesto di iniziare con la marmellata: e sia! In fondo, non rifiuterei mai un bicchierino di latte, ma neppure un barattolo pieno di gustosa marmellata.
Marmellata di pere, ovviamente. Solo questa, infatti, si addice al mio delicato palato felino, solitamente abituato al dolce e candido sapore del latte.
A guardarla bene, poi, questa marmellata di pere è l’unica, nel panorama dello scaffale del supermercato, ad avere un colorino chiaro che ricorda il latte. E non ricorda solo il latte, ma anche la mia pelliccia in quei giorni uggiosi, in cui non ho molta voglia di farmi la mia solita pulizia quotidiana…
Come è facile intuire, sono un gatto bianco (anche se ho qualche occasionale macchia nera). Meglio: un gatto bianco-latte nei giorni di sole, e un gatto bianco-marmellata di pere, nei giorni di pioggia.
Il mio colore la dice lunga sulle mie passioni; se una ve l’ho già rivelata, è il momento di passare alla seconda, nonché cuore pulsante di tutta la mia esistenza felina.
Il latte.
Il Grifo Latte, per essere precisi.
Non accetto trasgressioni: se il latte che mi ritrovo nella ciotola della colazione non è Grifo, state certi che sarà una giornataccia per tutto il paese. Il mio stomachino è così abituato al sapore del Latte Grifo, che se gli capita di dover digerire qualcosa di diverso, si rifiuta categoricamente di farlo. Dunque, il mal di pancia è garantito…
E mal di pancia per un gatto si traduce in miagolii di dolore e sofferenza.
E miagolii di dolore e sofferenza per gli umani sanfelicianesi si traducono in un sottofondo perpetuo che definire “fastidioso” è fare un complimento…
Insomma, è bene che nella mia ciotola della colazione ci sia sempre del buon Latte Grifo di prima qualità.
Latte Grifo parzialmente scremato, però. Quello intero non fa esattamente per me: bevendo litri su litri di latte ogni giorno, capite anche voi come potrebbe risultarmi un po’ “pesantino”. Meglio andare sul leggero (o sul “light”, come si dice), e scegliere il cartoccio rosso con la scritta “parzialmente scremato”.
Per quanto riguarda la preferenza di latte fresco o a lunga conservazione, mi oriento ormai da anni sulla seconda alternativa. Se in terra milanese (a quanto mi ha detto la mia amica Risolartista), il latte fresco è l’abitudine universalmente diffusa, qui sul Trasimeno le cose funzionano un po’ diversamente.
Se avete fatto la spesa anche voi da Bussolini, avrete notato che il latte fresco in bottiglia di plastica è merce rara. Al contrario, i cartoni di latte a lunga conservazione popolano almeno due scaffali completi! Va da sé che le matrone paesane abbiano abitudini opposte alle colleghe matrone milanesi.
Fresco, o a lunga conservazione che sia, il Latte Grifo è buono comunque. Anzi, nella sua versione a lunga fa una schiumetta ancora più cremosa… una delizia!
Se vogliamo parlare di abbinamenti per la colazione (così vi dò qualche spunto da provare a vostra volta…), comincerei con una ciotola di Latte Grifo e cereali cornflakes. Subito dopo, segue il Latte Grifo tiepido, con qualche frollino panna e cacao (quelli che trovate sotto il nome di “Abbracci” dal caro Bussolini). Ancora, Latte Grifo con fette di “filetta” di Bussolini (il tipico pane “sciapo” a forma di ciabatta di qui) spalmate con almeno mezzo barattolo di marmellata di pere.
Probabilmente vi starete chiedendo come mai io sia così esperto in materia di latte e di supermercati. Ebbene, il motivo è semplice: sono di professione un “Gatto da reparto frigo di supermercato”.
Adesso vi starete chiedendo cosa significhi ciò. Siccome questa è la mia presentazione, vale la pena che ve lo spieghi per benino. Cogliendo l’occasione, poi, vi anticipo un “excursus” doveroso sulla mia carissima azienda Grifo, di cui sono anche “testimonial felino” occasionale.
Partiamo dalla mia occupazione, nonché parte integrante della mia vita quotidiana.
In qualità di Gatto da reparto frigo di supermercato, vivo proprio nel supermercato. E appartengo al supermercato. O meglio, appartengo alle gentilissime signore commesse del supermercato.
Quando ero solo un cucciolo di micio, fui abbandonato proprio qui, da Bussolini. Da allora, le signore commesse hanno deciso di adottarmi, e di istruirmi, facendomi diventare il loro Gatto da reparto frigo di supermercato, assunto con tanto di contratto.
Buffo è il fatto che, ad abbandonarmi, fu il guidatore del furgoncino della Grifo che consegnava il latte tutte le mattine. Era destino che rimanessi legato al Latte Grifo a vita! Una bella mattina (da quel che mi hanno raccontato) questo camionista partì dalla centrale carico di latte, e con una pallina pelosa al fianco (io); se ne tornò, poi, a casa la sera scarico di latte… e senza alcuna pallina pelosa al fianco.
Triste inizio della mia storia da Gatto di reparto frigo di supermercato, lo so. Tuttavia, il seguito è molto più positivo.
Le signore commesse di Bussolini, appena mi trovarono abbandonato tra i cartocci di latte, si sciolsero dalla tenerezza, e decisero di adottarmi. Ecco che divenni il loro gattino domestico, legato non a una “casa” vera e propria, bensì a una “casa-supermercato”.
Con gli anni, ho imparato ogni segreto in materia di gestione di supermercati. Potrei essere assunto come quello che voi chiamate “store manager” anche domani, se lo volessi. Tuttavia, sono già impiegato a tempo indeterminato come “Gatto da reparto frigo di supermercato”, e non scambierei tale mia occupazione con nient’altro al mondo.
Il motivo principale è il tipo di ricompensa con cui sono pagato. Trovate un altro metodo di remunerazione simile altrove, e potrei prendere in considerazione l’idea di cambiare lavoro.
Il mio stipendio non è fatto di soldi, bensì di latte. Di Grifo Latte. In qualsiasi forma lo si possa immaginare.
In cambio delle mie prestazioni da Gatto di reparto frigo di supermercato, mi è consentito l’accesso alle scorte di prodotti Grifo che si trovano nel supermercato. Posso bere tutto il latte che desidero (a eccezione del poco latte “fresco”, che è riservato ai clienti), e attingere ai suoi derivati, fino a un certo limite mensile. Dunque, ricotte di pecora, mozzarelle, pecorini e via dicendo, sono parte integrante del mio stipendio.
A raccontare così la mia occupazione, sembra un paradiso di latte, lo so. Tuttavia, è bene che vi parli anche di tutte i compiti che mi trovo a dover svolgere in cambio.
La mia giornata da Gatto di reparto frigo di supermercato comincia con l’orario delle consegne del latte. Orario non esattamente specificabile, in quanto varia a seconda dell’estro del camionista (ossia a seconda dell’ora in cui ha deciso di svegliarsi). Ci sono certe volte in cui è puntuale alle sette del mattino, altre in cui prima di mezzogiorno non si fa vivo. Malgrado giustifichi il ritardo con “consegne più urgenti”, fatico ancora a credere che si sia davvero alzato prima delle nove…
Mettiamo da parte i pregiudizi sui trasportatori di latte (dovuti al mio abbandono d’infanzia), e continuiamo con la mia giornata di lavoro.
Arrivati latte e formaggi, tocca a me controllare che vengano scaricati tutti, e che vengano messi sugli scaffali giusti. Non sia mai che il latte parzialmente scremato finisca al posto di quello intero, o (peggio), che il latte fresco rimanga fuori dal frigorifero, confuso con i cartoni a lunga conservazione!
Subito dopo, mi devo curare del “giro delle scadenze”. Tradotto, significa che devo leggere le date di scadenza di tutti i prodotti del reparto frigorifero di mia competenza (lo yogurt lo lascio ad altre commesse), assicurandomi che la loro ora non sia ancora giunta…
Nel caso in cui trovi qualche esemplare già “defunto”, provvedo a farlo sparire dalla circolazione. Ciò può avvenire in due modi: o finisce nel bidone dei rifiuti (quando è immangiabile), oppure diventa parte della mia seconda colazione del giorno. Si sa che certi formaggi, il giorno dopo la scadenza, anche se non più vendibili, sono ancora commestibili. Con lo spirito del buon consumatore avverso agli sprechi, sono ben felice di far loro evitare la misera fine della pattumiera. Il mio stomaco è una destinazione molto più decorosa per qualsiasi mozzarella o ricotta che sia…
Quanto appena descritto riguarda le mie occupazioni “di routine” da Gatto da reparto frigo di supermercato. Adesso viene il bello: il mio ruolo di “testimonial felino” della marca Grifo.
Immagino che a tutti i lettori non perugini sia sorta una certa domanda: che cos’è questa tanto conclamata Grifo?
Ebbene, la Grifo è un’enorme cooperativa agroalimentare che produce e distribuisce delizie in territorio umbro. Delizie tra le quali spicca tra tutti il latte, e subito dopo i formaggi. Non solo, oggi è arrivata a produrre persino i legumi e le insalate; se procede con questo ritmo, arriverà presto a fare spaghetti e biscotti…!
Volendo citare i suoi prodotti principali, nonché le mie pietanze quotidiane, cominciamo dal latte, parzialmente scremato o intero, che proviene solo dalle mucche della cooperativa, che pascolano allegre sui colli perugini. Si tratta del prodotto più “antico”; quello con cui, nel lontano 1962 cominciò la sua lunga storia.
Proprio così: la Grifo, in origine, era poco più che una latteria. A poco a poco, poi, ha saputo guadagnare terreno (e clienti), diventando sempre più grande. Ha cominciato a produrre formaggi, prima solo caciotte, poi anche pecorini, come il tipico Pecorino di Norcia (il mio preferito). Ancora, ha deciso di aggiungere alla sua offerta di squisitezze anche formaggi freschi, come mozzarelle di ogni varietà, dalla Fiordilatte alla Bufala, e ricotte di mucca e di pecora. Proprio quest’ultima, devo confessarlo, è il mio secondo punto debole, subito dopo il latte. Se volete tentarmi, sapete cosa comperarmi da Bussolini.
Rimanendo in tema di ricotta di pecora, ecco un esempio di come mi comporto da buon “testimonial felino” della Grifo.
Certe mattine (soprattutto il martedì, quando la ricotta di pecora viene consegnata), mi diletto a servire al bancone dei freschi, accanto alla Signora Monica, che di solito è la commessa di turno. Se siete fortunati e vi mettete in fila all’ora giusta, potreste persino avere l’onore di ricevere ciò che chiedete dalle mie zampette vellutate!
Ovviamente, non servo qualsiasi cosa. Anzi, faccio un servizio esclusivo: mi occupo solamente della ricotta di pecora Grifo, ed eventualmente di caciotte e pecorini (sempre Grifo). Il che vuol dire che, se il vostro ordine rientra tra le mie competenze, potrei essere io a prepararvi il pacchetto. Immaginerete facilmente quanto “appeal” possa fare l’avere un gatto color latte impiegato a servire prodotti fatti con… il Grifo Latte!
Se la suddetta azienda fosse a conoscenza dei miei servigi, certo mi avrebbe già assunto come testimonial. Tuttavia, pare che non abbiano ancora mandato nessun ispettore qui in paese, a fare il controllo qualità sulla vendita. Non appena lo faranno, sono convinto che rimarranno estasiati da questa innovativa trovata di marketing.
Nel frattempo, quando ho tempo, continuo ad aiutare la Signora Monica al bancone.
… Lo ammetto: qualche volta, tra una cucchiaiata di ricotta e l’altra che metto nella vaschetta del cliente (specifico: la ricotta qui si vende sfusa), qualcuna finisce nella mia ciotola, che è ben nascosta sotto il bancone. Del resto, si tratta di parte integrante del mio salario; è tutta ricompensa legale!
Con la mia occupazione da “testimonial felino” si concludono le mie mansioni quotidiane. Per il resto, ho una vita tranquilla e senza grandi pretese. Se non sono da Bussolini, sono tra i viottoli del paese, a giocherellare con qualche mio compare gatto, oppure a infilare il naso tra le trovate creative della Risolartista.
Da quando l’ho conosciuta, siamo diventati ottimi amici; vi basti sapere che condividiamo entrambi due passioni essenziali: quella per il Latte Grifo parzialmente scremato, e quella per la ricotta di pecora. Non possiamo che andare d’accordo…
Sento un certo profumino dolciastro: il mio latte deve essere ormai caldo! Se non corro a spegnerlo in tempo, finirà per schizzare fuori da tutte le parti! Mi dispiace, ma è giunta l’ora di salutarvi. Se avete bisogno di me, sapete già dove trovarmi. Bussolini è il mio luogo di lavoro, quanto la mia stessa casa. E non potrei desiderare casa migliore, di un posto pieno di litri di oro bianco… in forma di cartoni di latte!
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