E i suoi Frollini Semintegrali al Cacao
Alla Mamma Monica piace moltissimo il cioccolato, e non è difficile intuirlo.
Cioccolato… in tutte le sue forme. A partire dai biscotti: i frollini al cacao, con farina semintegrale biologica. Da quando li ha scoperti (circa un paio di anni fa), sono diventati i compagni inseparabili di ogni suo caffè del dopo pranzo.
In effetti, già solo il loro colore le si addice: l’impasto di quei biscotti racchiude tutte le tinte dei suoi capelli.
Il cacao, poi, è legato ai suoi più bei ricordi d’infanzia; quelli che hanno il sapore di pane e Nutella. Nutella spalmata più che generosamente su ogni fettina, e gustata durante le allegre merende estive in montagna. Anche in città, però, i suoi pomeriggi non dovevano andare molto diversamente…
Infine, il cacao si riconduce al budino al cioccolato. Uno dei dolci fatti dalla Nonna Ginia, che più la mamma ha nel cuore. A sentire parlare di quel composto gelatinoso e ondeggiante, subito drizza le orecchie e prepara il cucchiaino. Sarà anche qui il colore che si intona con i capelli, o, forse, quella consistenza morbida ed elastica. Mistero. Sta di fatto che il cacao, e i frollini al cacao di conseguenza, parlano di lei più di tante parole.
La Mamma Monica può essere definita come la salvezza dell’appartamento al sesto piano di Via Cassano d’Adda. Senza di lei, già la casa sarebbe andata a fuoco varie volte…
Senza di lei, il salotto somiglierebbe più a una stalla, che a un luogo abitabile. Senza di lei, la biancheria da lavare rimarrebbe eternamente impilata sopra la lavatrice. Per non parlare della cucina: senza di lei, non ci sarebbero né pranzi, né cene. E nemmeno colazioni!
Voglio ancora citarvi il verbo “tenere in ordine”. Un verbo che a lei è ben noto, mentre pare alquanto sconosciuto agli altri abitanti della casa. Non c’è bisogno di dire chi dei tre (quattro, con il bassotto) si curi di rendere presentabile la loro bella casetta, e ritrovi tutto ciò che (chissà come mai…) sembra perduto.
Come credo si sia intuito, la Mamma Monica è anche lo chef di casa. È lei a essere dietro ogni tavolozza cucinata a pranzo e a cena. Fatta eccezione per il pane (rigorosamente con lievito madre): questo spetta alle mani creative della Risolartista.
In realtà, ciò che accade nella cucina di Via Cassano d’Adda, è un’opera d’arte collaborativa. È la figlioletta ad avere le idee, e la mamma a renderle concrete. Una è la mente, l’altra la mano: un lavoro di squadra. Qualche volta (raramente…!) anche la prima si decide a cimentarsi in qualcosa di diverso dal pane…
Parliamo adesso del lavoro. La Mamma Monica ha la passione per i numeri (è laureata in matematica!), e li usa per “far tornare i conti” della banca in cui è impiegata. Faccende complesse, insomma, degne di intelligenze superiori e geniali. Faccende che riguardano fogli di calcolo infiniti, report e statistiche varie.
Fino a poco tempo fa, si recava tutte le mattine a occupare la sua bella scrivania vista Duomo (letteralmente). La banca per cui lavora, infatti, ha la sua sede storica proprio sotto i portici della piazza.
Ultimamente, però, è passata allo smart-working. Il che vuol dire che il suo computer è in bella mostra sul tavolo del salotto. Anche questo, come la sua vecchia scrivania, è un bel tavolo, e anche antico (ma un po’ scomodo). Certo, manca la vista sul Duomo di cui godeva prima. Chissà fino a quando continuerà con questo suo pittoresco (non potrebbe definirsi altrimenti) lavoro domestico…
Tra i suoi hobby, rientra indubbiamente l’uncinetto. La Mamma Monica è abilissima a intrecciare fili di mille colori con un semplice “uncino” di metallo. Sa fare orecchini, borse, cappelli, e persino qualche maglioncino. È evidente che lo spirito artistico sia una cosa diffusa nella famiglia della Risolartista; declinata in modi diversi, certo, ma pur sempre presente.
Concludo citando una qualità molto rara, ma che caratterizza proprio la Mamma Monica. La sua sensibilità profonda, e sottile, capace di cogliere e apprezzare anche le piccole cose quotidiane. Si tratta di un dono prezioso, che, se posseduto, permette di dare valore anche a gesti e dettagli troppo spesso messi in ombra.
È grazie a questa sua sensibilità, che la mamma riesce a capire fino in fondo gli sghiribizzi creativi della figlioletta artista. Dunque, si può dire che sia proprio lei il primo (e più importante) pubblico delle opere della Risolartista.
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