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Il Gatto Grifolatte

Sono il Gatto Grifolatte. Malgrado le apparenze, non sono ancora stato assunto come testimonial pubblicitario della Compagnia del Latte Grifo… anche se mi piacerebbe molto diventarlo. Pensate a quanti fiumi di latte gratis riceverei in cambio… pensate a quante ricottine di pecora umbra potrei gustare ogni giorno. Insomma, se qualcuno di voi conosce le persone giuste per farmi assumere (a tempo indeterminato, chiaro?!), o ancor meglio, se qualche lettore è un lavoratore del settore, si faccia avanti. La mia pancina è sempre aperta a un bicchiere in più di latte… 

Ah, certo, specifico subito: latte “parzialmente scremato”. Non si accetta quello intero. È troppo scomodo da digerire; qui si va sul “leggero”. Per intenderci, è la bottiglia rossa, NON quella azzurra. Molto bene, ho detto le cose essenziali.

Come avrete inteso, sono il classico tipo di “gatto – da reparto frigo del supermercato”; e della miglior specie. Sono bianco, proprio come il latte, e ho una macchiolina scura sul muso, che diventa altrettanto bianca solo se il latte in questione è di mio gradimento. 

Vi vedo confusi… non conoscete la specie felina di “gatti da supermercato”, forse? Poco male, specificherò subito. Anzi, visto che questo è lo spazio a me riservato per presentarmi, posso raccontarvi del mio caso particolare. Eh, sì, perché io, oltre a essere della varietà di gatto “da reparto frigo del supermercato”, ho anche un supermercato di appartenenza proprio speciale. Si chiama “Bussolini”. Sfido qualcuno di voi a trovare un posto simile vicino a casa vostra. Leggete e imparate che cos’è un vero supermercato di quartiere, con tanto di gatto annesso.

Il normale “gatto da supermercato” è un micio nutrito, coccolato e curato dal personale di un supermercato. In cambio di spuntini succulenti di vario genere (dal pesce, alla carne, ai biscottini… fa poca differenza), è devotissimo al luogo, e si occupa della sicurezza. Sorveglia la notte, e tiene lontani eventuali roditori poco consoni all’ambiente. Malgrado possiate pensare che solo piccoli borghi di campagna abbiano simili funzionari pubblici (nome tecnico con cui ci definiamo), un po’ tutti i negozi come si deve li hanno. Voi credete che quegli addetti in divisa accanto alle porte si occupino di queste cose, ma non sapete quello che accade una volta tirata giù la saracinesca… 

In ogni caso, io, oltre a queste caratteristiche, ho anche delle “peculiarità”. Intanto sono un buongustaio, e non accetto qualsiasi tipo di cibo come ricompensa. Niente carne, niente biscotti e merendine confezionati di produzione dozzinale (solo le versioni “gourmet” sono tollerate, e i Corn Flakes con il galletto sulla scatola), poco pesce, e tanto latte. Tantissimo latte. In (quasi) ogni forma. Latte fresco parzialmente scremato (marca Grifo, tengo a precisare), yogurt alla banana (non commentate la scelta: i gusti sono gusti!), e formaggi. Quali formaggi? Ricotta in primis, di mucca o pecora; soprattutto di pecora. Mozzarella a seguire, sia normale, sia di bufala. Stracchino a volte, purché non sia troppo acidulo. Per quanto riguarda le “forme” stagionate, non ho preferenze particolari, salvo la costante che deve essere garantita: la marca. Marca Grifo. Altrimenti non va giù. 

…Il Pecorino Testa Nera, quello, forse, è tra le mie scelte migliori. Giusto perché siamo in Umbria, e un po’ di orgoglio regionale fa sempre bene.

Detto ciò, mi starete tutti per dire che ci sono anche altre marche di latte buone (come quelle a cui siete abituati voi), e che la varietà fa bene. Vi precedo, confessandovi che il mio stomaco è molto schizzinoso: se non è Grifo, non va giù. Nessuno vuole sentire un povero gatto lamentarsi per il mal di pancia tutta notte (le poche volte in cui ho assaggiato latte diverso è finita così)… vero? Dicono che quando noi felini piangiamo siamo davvero insopportabili. La scelta è vostra.

Spero siate rassegnati al dover accettare la mia preferenza esclusiva per questa marca perugina. Ve l’avevo detto che dovrebbero proprio assumermi come sponsor! Tanto più, visto che sono un affezionatissimo consumatore dei loro prodotti: non c’è carta fedeltà che non riuscirei a riempire di punti. Se facessero uno dei soliti concorsi a premi che a voi umani da supermercato piacciono tanto, la mia casa finirebbe per essere colma di ogni tipo di regalo offerto.

… meno male che la mia casa è bella grande. È grande quanto un supermercato. Lo ammetto: la mia casa è il supermercato.

Adesso vi spiego bene, tranquilli. Volevo solo finire con l’elogiare ancora un po’ la mia adorata marca di latte. Sapete perché si chiama così? O perché anche io mi chiamo così? Be’, si tratta dell’azienda produttrice locale, nata e cresciuta sulle colline attorno a Perugia. Visto che il grifone è il simbolo della città, va di conseguenza che anche il marchio e il nome della sua migliore industria lattifera (che bel termine… non vi pare?!) sia questo. Orgoglio perugino in forma di bottiglia di latte, o di ricotta, o ancora di formaggio. Insomma: bontà bianca in ogni variante!

Passiamo al mio supermercato, dunque. E alla mia personalissima storia.

Sulla seconda, non c’è un gran che da dire; poco mi ricordo dei miei primi tempi. Facevo parte di una cucciolata di gatti un po’ troppo numerosa, e il mio “padrone” ha deciso di lasciarmi a qualcun altro. Non doveva essere un padrone molto simpatico, anche se pareva fosse un fattorino delle consegne di latte Grifo (probabilmente lo trasportava, ma certo non lo beveva). 

In breve, una bella mattina, il signor addetto al trasporto del latte (“padrone”, pensandoci, non è degno di lui) giungendo in paese, pensò bene di portarmi con sé. Era lunedì: giorno dei grandi rifornimenti: non solo di latte, ma anche di formaggi, eccetera. Ecco, proprio quel lunedì, anche io mi ritrovai caricato a bordo del suo furgoncino, ma non con l’intento di restare lì fino a sera…

Per fortuna, non si può dire che mi abbia abbandonato. Infatti, mentre stava scaricando i pacchi, una delle commesse del supermercato mi notò, e si innamorò del tenero micetto che ero. Era la signora Monica: la mia adorabile padrona attuale. Padrona che mi condivide con le altre commesse, certo, ma pur sempre la mia prima vera padrona.

Intuite bene come chiese al trasportatore di tenermi, e quello, tutt’altro che contrario (tanto mi avrebbe abbandonato di lì a poco) accettò con il cuore alleggerito. Poteva quasi vantarsi di aver fatto una buona azione quel giorno…

In effetti, la signora Monica fu proprio felice di ritrovarsi un gatto “tra i piedi”. Chiacchierona e bonaria com’è, capite bene come un po’ di compagnia aggiuntiva le potesse solo far piacere. E non solo a lei: anche la signora Grazia, l’instancabile cassiera tuttofare, si sciolse al vedermi così tenero e pelosino. E persino la signora Cristina.

Decisero subito di tenermi. E io sarò loro grato a vita per questo motivo. Peccato che non lo possa esprimere direttamente a parole (gli animaletti del posto si riescono a far capire solo dai bambini e dalla Risolartista); tuttavia, penso che il mio atteggiamento parli da sé.

Da quel giorno, sono diventato il Gatto Grifolatte: uscito fuori da un furgoncino carico di… bottiglie di latte Grifo! Una garanzia perugina di qualità, insomma. 

Non solo. Sono anche diventato il Gatto da reparto frigo del supermercato del paese, come vi dicevo prima. Posso definirmi “impiegato a tempo indeterminato” del punto vendita in questione, in attesa di essere assunto direttamente alla Grifo

Che cosa faccio tutto il giorno? Prima di tutto, faccio colazione. Con latte Grifo (parzialmente scremato) e cerali Corn Flakes. Poi comincia il mio lavoro serio…

Mi occupo quotidianamente di fare da assaggiatore ufficiale di ogni partita di latte che varca la soglia del negozio; non si sa mai che tutto il pacco della consegna possa essere stato danneggiato dal caldo, o da cattiva conservazione. Nel mio supermercato, l’attenzione al cliente è la prima cosa da curare nella lista! Assumendomi tale compito oneroso, ammetto di riuscire anche ad avere riservata per me una buona quantità di “oro bianco” (come chiamo il mio latte Grifo). Soprattutto quando è rimasto sugli scaffali, oltre la scadenza. Voi umani lo buttereste, io ci faccio volentieri merenda con altri Corn Flakes.

Inoltre, controllo anche che ci siano sempre sufficienti scorte di bottiglie e cartoni: non sia mai che il paese rimanga senza il suo latte Grifo, e sia costretto a comprarne dell’altro più scadente. Faccio un giro di ricognizione ogni mattina, prima dell’apertura, e, alla sera, riportando tutte le mie osservazioni alla signora Grazia. Come faccio a “parlarle”? Semplice. Lei ha un foglio con la lista dei prodotti in vendita, e io ho una penna. Foglio più penna uguale… crocette accanto alle cose che devono essere rifornite! Soluzione degna di un esperto in ingegneria gestionale.

Visto che sono bravo, supervisiono allo stesso modo anche i prodotti delle altre marche (è un gran sacrificio, ma lo faccio volentieri per le mie padrone lavoratrici), e, in generale, per tutto il reparto frigo. Dal latte, ai formaggi, allo yogurt: tengo tutto sotto controllo. Ultimamente, poi, hanno cominciato anche a farmi sorvegliare lo scaffale dei cappelletti e della pasta fresca. Altra fatica che mi accollo, ma con la dovuta ricompensa, tranquilli! 

Non ho finito con i miei “task” (per dirla all’inglese, come piace tanto a voi umani). Mi occupo ancora di fare la guardia al negozio durante la notte, tenendo lontani roditori ed eventuali ladruncoli. 

Posso proprio dire che la mia casa… non è altro che il supermercato! Eh sì: ho l’onore di sonnecchiare su un bel cuscino proprio dietro al bancone dei salumi e dei formaggi. Quale miglior postazione, se non quella in cui si può popolare i propri sogni di un buon aroma di Pecorino di Norcia?!

Infine, faccio compagnia durante il giorno (ovvio), alla signora Monica. Lei è l’addetta al servizio diretto al banco: affetta il capocollo, taglia le forme di caciotte e pecorini, insacchetta le filette di pane… ha un gran da fare, soprattutto la domenica. 

… strano, non vi pare, che la gente debba lavorare un sacco proprio di domenica?! Il motivo è semplice: la domenica ci sono i turisti. E i ciclisti. E tutti si fermano al caro supermercato di paese, per fare rifornimento di panini e viveri, prima di andare a spasso nei dintorni. O, ancor meglio, prima di imbarcarsi sul battello e fare una gita all’Isola. In tutto ciò, la povera signora Monica si ritrova a passare la mattinata a fare panini su misura per ogni famelico avventore. Una volta o l’altra, vi racconterò questo rituale domenicale…

Direi che ho finito. Ho finito con il descrivervi i miei “task” da gatto da reparto frigo del supermercato Bussolini. Tra l’altro, è proprio un nome carino per un supermercato: ci tengo ad affibbiarmelo nella mia descrizione. Bussolini… fa rima con “latticini”. E, ormai l’avete capito, io adoro i latticini. Purché siano Grifo. Ma avete ben chiaro anche questo.

Sento il rumore di una confezione gigante di ricotta di pecora Grifo che viene aperta. Significa che la signora Monica la sta per servire a qualche cliente (la ricotta di pecora si vende al banco!). E significa anche che ce ne sarà un cucchiaio abbondante riservato giusto giusto per me…   

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