
Da una tela bianca di risolatte, a un’opera d’arte
Spirito etrusco e pittoresco.
Emma Sedini nasce a Milano nel 2000. Le sue origini, elemento chiave nella sua poetica, sono scisse tra il capoluogo lombardo e la città del Grifo, Perugia. Madre milanese e padre perugino: un miscuglio di tradizioni, stili di vita, e ambienti contrapposti, che si ritrovano nelle sue opere. La città metropolitana, con i suoi ritmi frenetici e le apparenzesociali, si accosta alla serenità bucolica che si respira nell’Umbria etrusca e verace. La modernità si fonde con la natura campestre e spirituale della terra di Francesco d’Assisi.
Diplomata al Liceo Classico Gonzaga di Milano, mostra interesse per il mondo delle arti e delle lettere fin da piccola. La scrittura e il disegno non mancano mai nei suoi pomeriggi dopo la scuola: vero rifugio in cui far scorrere libera la sua fervida sensibilità creativa. Incurante dei costrutti sociali convenzionali che l’ambiente scolastico tenta di imporle, continua per la sua strada di ricerca artistica. Le sperimentazioni autonome sostituiscono la formazione in Accademia. La sua mente lavora da sé, dividendosi tra pennello, matita digitale, e libri di scuola. Dopo il liceo, frequenta l’Università Luigi Bocconi, sempre a Milano, dove si laurea con lode nel luglio 2022 in Economia e Management delle Arti e della Cultura. È lì che attualmente prosegue gli studi, per conseguire il diploma di Laurea Magistrale in Arts Management, con orientamento specifico alle Arti Visive.
Come si intuisce dalla sua carriera a metà tra l’arte pratica e il business, è uno di quei casi di artista-manager di se stessa. Se il pennello la attrae da un lato, non rifiuta di mettersi dall’altra parte della tela, dove spetta di solito al gallerista, critico, o curatore, prendere in mano il lavoro.
L’arte le appartiene in quanto pratica visiva, quanto letteraria e filosofica. La sua sensibilità non si ferma ai colori, ma si esprime anche attraverso le parole e i pensieri riflessivi. Spesso le capita di scrivere racconti e testi interpretativi, che partono dalle immagini (più o meno concretizzate in opere), per srotolarsi in storie e letture critiche della realtà. Come riconobbe ai tempi Arthur Danto nel parlare dell’avvento del Postmodernismo: l’arte contemporanea è prima di tutto filosofia. Anche per lei, il punto di partenza di ogni creazione è l’idea profonda che ne è la radice. Il suo tentativo è darle forma, alternando le tele alle pagine dei quaderni.